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rianna, e, chi sa, forse anche l’ammirazione di lei. Allora si mise, quale conveniva a un uomo forte pari a lui, col fucile al fianco, il busto rigido, le mani sulle ginocchia: pareva un idolo, col viso composto a una calma artificiosa, i folti capelli lucidi al riflesso argenteo che penetrava nella grotta, incoronati dal cerchio nero della berretta, gli occhi socchiusi fissi dall’alto sul compagno che si svegliava a poco a poco rabbrividendo e stiracchiandosi.

Gli veniva un nodo di rabbia alla gola, al vedere, la lentezza tremula con cui Costantino si svegliava; gli pareva che lo facesse apposta per divertirsi, ma più quello indugiava, più lui si ostinava a parer calmo.

D’un colpo Costantino spalancò gli occhi e si mise a sedere: d’un colpo, quasi volesse fargli spavento. Egli tentò di sorridere: ma dall’espressione grave del compagno si accorse che non bisognava scherzare. Un’ombra di ansia e di sdegno gli passò sul viso; strinse i denti e non potè frenarsi oltre.

— Ebbene, ti han dato l’acqua del sonno? Parla, maccabeo.