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nel sonno, perchè anche lui si scuotesse e sobbalzasse nuovamente.
Arrivò prima dell’alba. Simone non c’era; anche lui aveva lasciato la cordicella legata al piuolo, e dalla cenere fumante di grasso, dalle ossa sparse, da avanzi di vivande, Costantino si accorse che altri compagni erano stati lì a banchettare od a complottare, durante la sua assenza. Sedette stanco davanti al fuoco spento, sentì un impeto d’ira a poco a poco di nuovo vinta da una grande tristezza: e cominciò a parlare fra sè con Marianna, come s’ella lo avesse seguito fin lassù e lo ascoltasse seduta al buio nella grotta.
— Lo vedi? Ti ho ingannato. E chi sa se tu, conoscendo tutta la verità, avresti pronunziato quella parola! Chi sa mai nulla? Tu credi che Simone ti lasci per amore, per debolezza, e invece ti lascia per vanità o per coraggio, forse.... Chi sa mai nulla? Intanto io non ti ho detto tutto, disgraziata. Non ti ho detto che quei tre di un anno fa sono venuti ancora a cercare Simone, e lo hanno lusingato, adulato, e il più giovane, Bantine Fera, ha riso sapen-