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buona sorte che la vita le dava: vivere e morire così, senza sollevare un lembo di velo dal volto misterioso della felicità.
E le pareva di essere forte, sostenuta dal calcagno alla nuca da una verga di orgoglio; ma di tanto in tanto le balenava davanti, coi raggi della luna tra le foglie, il ricordo degli occhi di Simone, e dentro le risuonava l’eco delle vane promesse di lui. Allora tutte le sue viscere si sollevavano, il dolore si sbatteva contro l’orgoglio, come il mare in tempesta contro un fragile palo. E le lagrime di lei cadevano sul davanzale del finestrino e di là rimbalzavano sull’erba del prato confondendosi con le lagrime di rugiada che la notte piangeva sul grembo della terra.