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era l’ospite, e lo guardava con indifferenza non priva di disprezzo, come fosse un servo di qualche pastore vicino. Marianna sparecchiò portando via il canestro del pane e il tagliere. Allora egli si battè forte la mano sul ginocchio, per richiamare se stesso allo scopo della sua visita: e scosse più volte la testa china sul petto, meravigliato di quello che succedeva. Poi disse al servo:

— Va a guardare se il mio cavallo mangia, — e il servo capì che doveva allontanarsi, sebbene abituato a prender parte a tutti gli affari dei suoi padroni.

Anche Marianna s’avviò per andarsene; egli si volse tutto d’un pezzo a lei, corrugando la fronte.

— Marianna! Ti dico di stare qui perchè dobbiamo parlare.

Ella si fermò ma non sedette. Costantino con un gomito sul ginocchio e il viso sulla mano pareva raccolto in sè, estraneo come l’ospite che pensa alle cose sue; zio Berte sentiva però l’odore della burrasca e il cuore gli batteva come quello d’una donna, non sapeva se di gioia per la spe-