Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 241 — |
con gli occhi corrugando le sopracciglia, offeso.
— Perchè l’hai mandato via, Marianna? Egli poteva e doveva anzi ascoltare quanto mi resta a dire.
— Aspetta: ritornerà subito, vedrai. Intanto sono io che devo dirti una cosa senza che mio padre mi senta: egli non deve essere responsabile di quello che io dico! Ebbene, ecco, è inutile che tu continui; ho bell’e capito tutto. Simone non vuole più avere a che fare con me: s’è pentito, s’è vergognato. Perchè? Chi lo ha distolto e mutato? Io non voglio saperlo. Solo, t’incarico anch’io di dirgli da parte mia una sola parola. Ti prego di dirgli, da parte mia, che è un vile.
Costantino si portò una mano alla testa, come se qualche cosa lo avesse colpito; e arrossì, poi ridiventò subito pallido e riabbassò la testa reclinandola un poco a sinistra col gesto di rassegnazione che gli era abituale. Il cuore però gli balzava di sdegno. Se Marianna fosse stata un uomo e lo avesse percosso, non lo avrebbe offeso tanto come lo offendeva così, con una sola