mi diceva: — Sono fidanzato; mi devo sposare! — Io, dunque, credevo si burlasse di me. Ma poi lo vedevo sempre pensieroso. E cominciai a credergli. A Natale cacciò un cinghialetto e mi disse: — Lo porto a lei, alla donna, come regalo per la festa. — Così venne a Nuoro; al ritorno mi disse: — Costantino, ci sposiamo davvero; poi io mi costituisco in carcere e sconto quello che c’è da scontare. — Fino qui sapete le cose; adesso vi dirò il resto. Egli diceva: — Bisogna cercare il prete che ci sposi, perchè quelli di Nuoro non vogliono saperne. E così siamo andati da un prete, non importa dire quale. Pareva si andasse per gioco, ma di tanto in tanto Simone si faceva scuro in viso come un moribondo. È stato questo gennaio scorso; c’era una grande nevicata; passando per la pianura, di notte, pareva di essere in mare; non si sapeva da qual parte volgersi. Come Nostro Signore volle arrivammo. Il prete ci accolse bene, Dio lo rimeriti; anche nel sentire chi eravamo ci accolse bene, ma quando seppe cosa volevamo si mise a ridere. — A Pasqua, a Pasqua, — diceva