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Doveva essere bello nelle sere d’inverno stendersi sulle stuoie davanti al fuoco di tronchi, e ascoltare la voce della foresta in colloqui selvaggi col vento.
Egli si tolse il berretto, se lo rimise e sospirò. Ricordava la sua casa ben riparata, la madre sola, laggiù, desolata fra tanto bene; e gli pareva che gli occhi di zio Berte si rassomigliassero a quelli di lei. Marianna gli si era seduta davanti, composta ma col viso proteso pallido d’ansia repressa; egli però non sapeva come riferirle la sua ambasciata; gli sembrava che la presenza di zio Berte li rendesse di nuovo estranei e nemici.
Marianna disse:
— Padre, sedetevi.
Zio Berte obbedì; sedette per terra e domandò a Costantino, ammiccando lievemente per significargli che poteva pure parlare liberamente:
— E come va che ti trovi da queste parti?
— Vengo da Nuoro. Ho per otto giorni il foglio di libertà perchè ho servito da testimonio in un processo di gente del mio