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nare cercandola, e bastava adesso il rumore dei suoi passi per rompere l’incantesimo.

L’uomo intanto s’era avvicinato; attraversava la radura e invece di dirigersi alla casa si accostava dritto a lei salutandola con cenni della testa. Pareva sorridesse, ma guardandolo meglio, quando le fu davanti, Marianna vide che era serio e triste.

— Ave Maria, — egli salutò, mentre i cani sotto l’albero abbaiavano con insistenza. — Sei Marianna Sirca?

— Sono. — Ella si alzò. Era più alta di lui e lo dominava col suo sguardo ansioso.

Anche lui la guardava negli occhi; e prima che si dicessero una parola s’intesero come si conoscessero da anni.

— Marianna, sai chi mi manda?

— Lo so.

— Mi riconosci dunque?

— E come non ti riconosco? E tu non hai riconosciuto me?

— Vero è! Ebbene, posso parlarti?

— Hai buone nuove da darmi?

— Se tu non hai cambiato pensiero le nuove sono buone.

— Grazie a Dio! — ella disse; e si guar-