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bra tremula dell’albero scosso dal vento, pallida e triste tra il rifiorire della terra, in mezzo a tanto suo inutile bene. La primavera non torna per lei; anzi pare che tutti i germogli di vita sieno bruciati entro di lei. Zio Berte scuote la lesta, guarda di qua e di là, misurando con gli occhi la vastità dei beni di sua figlia, poi torna a guardare lei, diafana e piegata come una canna sotto la quercia. E la vita è breve, e quando si muore non è permesso di portare via dentro il pugno neppure un filo d’erba, neppure un granellino di terra.

Ma vedendo gli occhi di Marianna volgersi lenti verso di lui, quasi a dirgli che la sua pietà è oramai inutile, egli si ritrae nella cucina e comincia a infuocare le pietre per la giuncata. Un po’ con le mani insensibili, un po’ con una grossa pinza di ferro volgeva e rivolgeva le pietre sulle brage, cuocendole come pani di bronzo, e parlava loro sottovoce, ammiccando per raccomandare loro il segreto.

— Del resto il Signore ci ha messo in petto un cuore così come voi, duro, freddo: ma poi arriva un momento che si cuoce