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rono il letto della madre come per impedir a Marianna di avvicinarsi.

Ella però andò dritta verso il letto e si chinò sul viso della malata.

— Come va? — domandò sottovoce.

Sentiva che solo lei e la madre di Simone potevano intendersi; solo il loro amore poteva fondersi. La donna, infatti, mosse il viso rosso di febbre, fra i capelli umidi ancora folti e neri; le sue pupille dilatate, nuotanti in una luce torbida, fissarono le pupille di Marianna e parvero riconoscerla.

— Sei tornato, Simone? — disse piano con voce vaga, lontana. — Se vuoi la bisaccia è là....

Marianna si sollevò, con un brivido che le saliva dalle calcagne alla nuca. La madre aveva certo veduto l’immagine di Simone ferma in fondo alle sue pupille. E la scambiava con lui.

Allora sedette accanto all’uscio: aveva l’aria di doversi giustificare di qualche cosa, davanti alle sorelle di lui che s’erano sedute anch’esse, composte, con le mani sul grembo, e la guardavano fredde come giu-