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Disse a Fidela che andava in chiesa: nel salire la strada da casa sua alla cattedrale si aggiustò ancora le pieghe della camicia sul petto, i lembi del fazzoletto sul mento; infine incrociò bene le mani sul davanti della cintura: pensava che loro forse erano già lassù, le cinque sorelle di lui, e voleva essere pari a loro come una loro sorella, aggiustata e leggiadra.
Quando entrò, la chiesa era ancora quasi deserta, piena solo di ombre azzurre verso oriente e di raggi di sole che attraversavano come larghi nastri d’oro la navata in fondo. Andò a inginocchiarsi al posto ove usavano mettersi loro e la sfera dorata, sopra l’altare del Sacramento, le ricordò la notte della Serra, l’albero che il canto dell’usignuolo faceva scintillare.
I fedeli riempivano la chiesa: donne giovani, spose con bambini piccoli stretti al petto, vedove dal passo lieve, vecchi dal passo pesante.
Ogni volta che la bussola della porta si apriva uno sprazzo di luce rossa si spandeva nella penombra azzurra della navata; a poco a poco quel rosso parve allagare il