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— Sebastiano, tu non te ne andrai! Sebastiano, che cosa hai voluto dire?
— Tu lo comprendi bene senza ch’io te lo spieghi, — egli disse, cercando di liberarsi di lei che gli aveva ficcato le unghie nella stoffa delle maniche.
— E allora mi devi dire almeno che cosa ti importa. Che cosa ti importa? Che importa a te ed agli altri? Se è per i beni prendeteveli pure; tutto prendetevi, anche la cenere del focolare. Io non voglio nulla, null’altro che la mia libertà. Ma perchè non posso essere libera di fare quello che voglio? Parenti! I parenti! Chi si è mai curato di me? Non mi avete cercato mai perchè non avevate amore per me. Solo forse un poco di invidia. E adesso vi ricordate di me, adesso? Per togliermi quello che a voi sembra di troppo: la mia felicità. Mio padre non è buono a nulla, hai ragione: mi ha buttato fuori di casa bambina perchè non si sentiva capace di bastare a sua figlia; ma lui almeno riconosce il suo errore.
— Il suo errore?
— Sì, lo riconosce: ecco qui Fidela che