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voce perchè la serva ch’era nel cortile non sentisse. — Sono venuto per parlarti di cose serie. Sì, l’inverno è stato lungo e crudo, e non sono più venuto perchè combattevo contro la rabbia, come contro il vento. Eppoi credevo che tutto fosse uno scherzo, una cosa passeggera.

Marianna lo fissava senza batter palpebra come accogliendo entro gli occhi le parole di lui.

— Sei tu che prendi le cose tutte a scherzo. Io, però, non sono stata abituata allo scherzo.

Sebastiano aspettò ch’ella continuasse: dopo un momento di silenzio domandò:

— È tutto questo che avevi da dire, cugina mia? Sì? Bene; sei saggia. Sì; si scherza, a volte, ma d’un tratto la burla cambia e diventa cosa seria. E così ti dico: che cosa pensi di fare? Non vuoi consultare i parenti? Marianna! Che pensi di fare?

S’alzò e chiuse la finestra: vi si appoggiò contro e guardò a lungo Marianna con gli occhi ora chiari di speranza, ora foschi di rabbia.

— Marianna, più volte in questi ultimi