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Lei tacque di nuovo: non rispose più alle parole di lui: solo quando la serva credette opportuno di intervenire ripetendo la preghiera del padrone:
— Tu ci penserai, almeno, prima di deciderti, Marianna, — sollevò il viso e sempre senza guardare nessuno disse:
— Ho già pensato e deciso! Lasciatemi in pace.
Poi tornò a coprirsi il viso con la maschera delle sue mani e cercò di non ascoltare più neppure le parole del padre. Solo il nome di Sebastiano, pronunziato ancora da lui, le dava un’agitazione confusa, un presentimento che non sapeva ben definire. Ma non aveva paura di nulla. Anche se Sebastiano conosceva il suo segreto, che importava? Che poteva fare Sebastiano contro la volontà di lei e quella di Simone? Nessuno poteva far nulla contro la volontà loro, se essi restavano fermi nel loro amore e nella loro decisione di bene.
Le pareva dunque che le preghiere, i consigli, le minacce del padre risuonassero nel vuoto e rimbalzassero al suolo come i sassolini che i ragazzi si divertono a lan-