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— Sì, — ella disse, intenerita dal dolore umile di lui. — Avete sbagliato.
Ed egli fece il giro del focolare e le si piegò accanto, ai piedi, come un servo, come un cane che le leccasse le mani.
— Marianna! Marianna, ascoltami: dimmi almeno che ci penserai.
Ella pareva pensasse già, col viso fra le mani, le spalle incavate da un solco d’angoscia.
E stettero così qualche tempo in silenzio, come smarriti ma in attesa di una voce, di una luce lontana che indicasse loro la via da prendere.
— Tu ci penserai, Marianna, prima di commettere una simile pazzia. Eppoi.... eppoi, sposare! Come lo puoi sposare? E che cosa egli conta di fare, dopo?
— Andrà in carcere e se sarà condannato sconterà la pena.
— Così Dio mi aiuti, io credo di sognare, figlia mia. Dormo; sogno. Ecco, prendo in mano una brace per convincermi che sogno e non mi brucio. Ma tu sei malata, Marianna; bisogna chiamare il dottore.