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me se d’un tratto apparisse il sole e l’usignuolo cantasse. Chiuse d’un colpo e ridiscese col lume in una mano e nell’altra il canestro con l’uva: e tutti e due, lume e canestro, le tremavano fra le dita, ma pareva si facessero bilancia per sostenerla.

Simone era tornato.


Mentre la serva si attardava a chiudere il portone egli andò incontro a Marianna fino all’uscio della scaletta e si chinò a staccare infantilmente con le labbra un acino d’uva dal canestro.

— Marianna, — disse un po’ contrariato, stringendole la mano che teneva il lume, — come va che Fidela mi ha aperto e lasciato entrare?

— Sa tutto. Non temere di lei.

— Ah, non è questo! — egli esclamò ridendo. — Mi sembra piuttosto lei spaurita. Zia Fidela, — eccola, — ebbene? Così custodite la casa dei vostri padroni? Aprendo la porta ai banditi? L’altra volta, anche, avete fatto lo stesso.

La serva lo guardava coi suoi occhi lu-