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cuoio e davano alla rozza stanza l’aspetto di una tenda di pastori biblici. Di fronte al finestrino nel cui sfondo verdeggiava il bosco, s’intravedeva, attraverso l’uscio aperto, la stanzetta attigua che aveva anche una porta verso la radura: l’ambiente pulito, col lettino bianco di Marianna, il tavolo, un quadretto e un piccolo specchio alla parete, contrastava con quello della cucina.

Ella chiuse l’uscio di comunicazione e si mise alle spalle di Sebastiano perchè si accorse ch’egli già, pure senza adombrarsi, spiava con malizia i movimenti di lei; ma egli si volse di fianco e continuò ad osservarla.

— Marianna! — disse Simone. — Mi pare un sogno di rivederti.

— Pure a me, Simone!

— Era da tanto che volevo farti una visita! Ma non sapevo se la gradivi....

Marianna fece un gesto con la mano, per accennargli che cessasse, che tacesse, su quell’argomento ingrato; e lui arrossì, per l’orgoglio della fiducia di lei.

— Come va che sei da queste parti? È