Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 168 — |
un altro uomo, a una difficoltà della vita, e cadrà come una foglia al vento.
Eppure bisognava chiamarlo: e perchè egli si decidesse a lasciare l’ovile, con quel tempo di neve e con la necessità che c’era di badare al bestiame per nutrirlo e impedire che morisse di freddo, bisognava mandarlo a chiamare d’urgenza. Deciso questo, Fidela ascoltò con più tranquillità la messa. Ella non si rivolgeva mai a Dio per chiedere aiuto, specialmente in certi casi: Dio può aiutarci in una malattia, e provvedere ai bisogni di ogni giorno: ma quando la disgrazia, come nel caso di Marianna, ce la procuriamo da noi, Dio può anche rifiutare d’aiutarci. Fidela ricordava, del resto, come aveva invocato con terrore l’aiuto divino, quella notte, su nel soppalco dei suoi sciagurati padroni: Dio non aveva inteso, non l’aveva aiutata. In cambio, poi, le aveva concesso la forza di poter servire per tutta la sua vita senza soffrire troppo per i dolori altrui e senza più averne di propri: servire, guadagnarsi il pane e il letto, aiutare i suoi padroni. In fondo, se adesso si occupava dei fatti di Marianna