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— Chi è quest’uomo?

— È un servo, cioè uno che era servo, qualche anno fa: anch’io ero serva e così ci siamo incontrati.

— Tu, eri serva? Marianna?

— Sì, che cos’ero se non serva? E l’uomo, tu lo conosci; è Simone Sole.

Fidela indietreggiò d’un passo, atterrita; il rosario tremò al suo polso.

— Marianna! Sei malata?

Marianna si drizzò sulla schiena, con le spalle nude, e stringendosi il lenzuolo al petto che le ansava forte, protese il viso in atto di sfida.

— Sì, sì, Marianna ha fatto questo! Voi la chiudevate dentro, Marianna, come una moneta dentro la cassa, eppure essa è scappata. Sì, sposerò un servo, un bandito: che ti importa? Ma egli, almeno, non ha badato a me per la mia roba. Sì, sì, lo sposerò. Sono la padrona io, di me stessa.

Fidela si riavvicinò e le mise la mano sulla spalla, e parve proteggerla tutta con la sua ombra.

— Marianna, — disse con insolita dolcezza, come parlasse davvero ad una malata,