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la gioia. L’afferrò per le braccia e la volse tutta verso di sè. Cercò di parlare ma non potè; e si mise a ridere, piano piano, come fosse impazzito.

Marianna ebbe paura; lo guardò e ritornò padrona di sè.

— Non ridere. Non ridere così!

— Lo so.... è una cosa seria:.... Scusami, — disse lui umilmente.

Poi pensò che altro poteva dirle per farle piacere, per compensarla. Non riusciva; gli sembrava di averle già promesso tutto, di averle già dato tutto; gli venne in mente di ferirsi al polso e di lasciar cadere il suo sangue davanti a lei, anche perchè la gratitudine gli dava una sofferenza inesprimibile.

Finalmente si alzò e tirò su anche Marianna, guardandola da capo a piedi come per misurarsi con lei.

— Marianna, — le diceva sul viso, — sarò bravo. Vedrai che sarò un altro.

Poi la strinse ai fianchi con le dita aperte, per prenderla meglio tutta fra le mani, la sollevò un poco come un’anfora da cui volesse bere e la baciò sulla bocca.