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timido e incerto, riprendendole una mano ch’ella tentava di non dargli, e nettandole fra il pollice e l’indice un dito ancora roseo di sangue.
Tacquero di nuovo, senza più guardarsi: pensavano alla stessa cosa e lo sapevano. E fu Marianna la prima a parlarne; gli abbandonò la mano e domandò sottovoce:
— Hai detto a tua madre che venivi qui?
— Detto gliel’ho. Marianna.
— Tu hai fatto bene, Simone. E lei che disse?
— Mi raccomandò di non farti del male. Ed è questo, Marianna: io bado alla mia coscienza. Per questo non sono venuto prima. Marianna, ascoltami, in fede di cristiano: Io ho paura di farti del male, ed anche il mio compagno me lo dice. Eppure.... eppure non ho resistito al desiderio di rivederti.... E tu? Mi aspettavi?
Marianna taceva: sentiva il cuore gonfio e un nodo le stringeva la gola; la realtà non le era mai apparsa così chiara come in quel momento di sogno; sapeva che il suo destino e quello di Simone dipendevano da una sua parola e avrebbe voluto