Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/148


— 141 —

e parve soffocarla. Chinò ancora la testa e un velo di lagrime ardenti le bruciò gli occhi: lagrime di amore, di umiliazione e anche di disperazione. Perchè oramai non aspettava quasi più, e il suo segreto le pesava sull’anima come un moribondo sulle braccia d’una persona che lo ama e spera di vederlo rivivere ma agonizza con lui. E la serva aveva letto attraverso i suoi occhi, dunque, e sapeva: questa umiliazione era più grande ancora perchè inutile.

A volte le pareva di odiare Simone. Perchè era venuto nella sua vita? Le aveva portato via la pace, l’orgoglio, come gli agnelli dall’ovile depredato, ed era tornato nella macchia a nascondersi.

Ogni domenica mattina ella vedeva le sorelle di lui in gruppo, prima due, poi altre due, in ultimo la più anziana quasi a guardare le altre, immobili inginocchiate sul pavimento nudo della chiesa ancora deserta. Erano vestite di rosso e nero, con le bende nere che lasciavano appena intravedere il pallore diafano dei loro volti di medaglia. Pregavano, con le mani composte sul grembo, col rosario che girava lenta-