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lenzio, questo chiarore lugubre; e le pareva che l’inverno non dovesse cessare mai più. Di tanto in tanto risuonava un breve tonfo sordo; era la neve che cadeva a blocchi dalle sbarre del pergolato.

Neppure quella sera gli uomini tornarono. Nel pomeriggio Sebastiano le aveva fatto una delle sue solite visite affettuose ma inconcludenti, aveva scherzato con la serva dicendole di chiudere bene il portone quella notte perchè i re Magi s’erano già messi in viaggio e molti ladroni scorrazzavano in cerca di loro profittando intanto di quel che trovavano: e infine accomodandosi bene il cappotto sulle spalle, mentre se ne andava, disse alla cugina, guardandola negli occhi:

— Stasera l’innamorato ti porterà certo il dono, un porchetto grasso di cui mi serberai la parte.

Così egli continuava a turbarla con le sue allusioni; forse non erano che semplici scherzi, ma lei finiva col sentirsi battere il cuore ogni volta che lo vedeva: eppure il nome di Simone non era mai stato pronunziato da loro.