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VI.

L’estate fu lunga e calda; poi tutto d’un tratto, alla fine di ottobre, cominciò il freddo. La nebbia velava le notti già lunghe e il monte Orthobene fumava di continuo, sull’orizzonte dietro il cortile di Marianna; pareva che le rocce stesse si sciogliessero in vapori grigi; e anche il cuore di Marianna si disfaceva di tristezza. IL tempo passava: passava invano.

Verso Natale nevicò. La sera della vigilia ella si affacciò un momento alla finestra, e il paese e le valli e i monti, fatti di marmo dalla neve gelata, più bianchi ancora sotto la luce di un cielo pallido, le parvero un grande cimitero. Intorno alla sua casa sentiva maggiormente stringersi questo si-