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fra il giallo dorato delle dune e l’azzurro del mare, lunghe chiazze di acqua paludosa vibravano argentee e rosse al riflesso del cielo come enormi pesci guizzanti sulla sabbia.
Fra le grandi rocce nere, forse scogli che il mare ritirandosi aveva lasciato scoperti, stridevano le aquile marine; e Simone giudicò bene fermarsi in una di queste fortezze solitarie dalle quali si dominava il mare e la terra. Appoggiato pensieroso alla punta della roccia guardava davanti a sè come il pilota che esplora. Tutto era silenzio; nell’ombra sotto la montagna pochi lumi brillavano nel paesetto e si spegnevano e si riaccendevano, scintille in un focolare coperto di cenere: di tratto in tratto un alito lieve di vento frugava le macchie e portava l’odore del mare; e la rete d’oro delle stelle si abbassava sempre più sulla terra silenziosa.
Costantino, stanco ma di nuovo rassegnato ad accettare gli ordini di Simone, sperava di passare la notte laggiù, e s’era già piegato con le braccia intorno alle ginocchia che gli servivano di guanciale,