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qua e di là, spaventata dalla sua stessa violenza. Tutto fuggiva, spinto da un impeto di terrore; e tutto quello che non si poteva staccare dalla terra, le pietre corruscanti di un fosco riflesso, le macchie, l’erba che ondulava folle, tutto quello che non poteva prendere parte alla fuga si torceva in uno spasimo disperato.

Simone allungava sempre più il passo: arrivato alla radura si mise a correre come incalzato dall’istinto di mescolarsi agli elementi; il suo fucile e la giacca di cuoio, bagnati dalla pioggia, luccicavano nel grigio; in breve sentì la berretta pesargli sul capo e i capelli stillare acqua come l’erba del prato; eppure respirava con un ansito di sollievo; gli sembrava di essere come quella mattina nel bagno, col nome di Marianna che gli sgorgava dal cuore e rombava col tuono riempiendo di rumore il mondo.

Quando il fragore dei tuoni fu placato sentì un passo alle sue spalle; si volse e si fermò un attimo, irritato, poi riprese a camminare. Era Costantino che lo seguiva come un cane finchè lo raggiunse e gli si