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giù della grotta perchè grosse gocce di pioggia, dure e brillanti come perle, cominciavano a cadere con violenza, e guizzi di fuoco, seguiti da rombi spaventevoli, sfioravano il bosco e parevano cadere nella fontana che se ne accendeva tutta. Dopo un momento di esitazione si scosse come preso dalla rabbia stessa dell’uragano, con una smania folle di combattimento in cuore: voleva vincere tutto, voleva varcare il muro della prigione che da troppo tempo lo stringeva; perchè due o tre gocce di pioggia e il rumore del tuono dovevano fermarlo come una donnicciuola all’uscita di casa?

E continuò a scendere a lunghi passi la macchia. La pioggia scrosciava finalmente, sollevata dal vento come un velo intessuto di fili d’acciaio, e si contorceva e strideva ricadendo con furore sugli alberi e sui cespugli a loro volta convulsi d’angoscia. Nella radura i lecci secolari, presi entro quella rete d’acqua, si agitavano come ragni enormi nelle loro tele. Sul cielo passavano serpenti di fuoco, passavano mostri incalzati dal vento, e anche la pioggia pareva corresse, fuggisse lontana, di