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Simone cominciò ad irritarsene, e spesso diventava cupo, con gli occhi pieni d’ombra. Dentro, la bestia gli si moveva; poi un giorno ritornò calmo, col viso duro irrigidito dalla fermezza della decisione presa.

Seduti davanti alla grotta, mentre Costantino sfogliava un manoscritto di «Canzoni sarde», egli ricuciva uno strappo della sua giacca di pelle e si faceva indicare minutamente l’itinerario per arrivare allo stazzo del prete: e non imprecava più, come nei giorni avanti, non mostrava più segno di collera o di disprezzo per l’azione assurda del compagno. Questi sollevava e abbassava rapido gli occhi sul libro, indovinando il segreto pensiero di Simone: infine disse mordendosi il labbro:

— Simone! Il demonio ti tenta! Simone! Io preferirei rubare in casa, mia piuttosto che in casa di un prete.

Simone pungeva forte l’ago sul cuoio, curvandosi molto, e faceva bene dentro i suoi calcoli senza più badare ad altro.

— Vedi, Simone! per quella donna!

Marianna stava in mezzo a loro; non li abbandonava un istante. Simone arrossì;