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di capretti, togliendogli i denari; si vergognavano però di questa impresa da ladruncoli di strada, o ne parlavano come di una birichinata.
Imitavano i grandi banditi solo nel cercare la stima e l’aiuto dei pastori e dei proprietari di bestiame, ai quali in cambio offrivano più o meno tacitamente la loro protezione contro i malfattori e i ladri comuni. Quando a Simone occorreva qualche centinaio di lire andava da un proprietario e gliele chiedeva in prestito. E il proprietario gliele dava senza contare sulla restituzione. O chiedeva un cavallo, o una giovenca, o un montone, sempre in vendita, ma con la condizione di pagare più in là, quando avesse i denari; e i denari non li aveva mai.
I pastori, del resto, non avevano paura di loro. Sono più forti dei banditi, i pastori: sono quasi i loro padroni, poichè ne conoscono i passi, le vicende, sono spesso loro ospiti e protettori; possono, dal loro posto fermo di osservazione, coglierli al passaggio e vendicarsi facilmente se ricevono da loro qualche torto.