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passo che si avvicinava. Il passo si fermò al portone ed ella balzò, col cuore che le faceva male. Andò ad aprire e sentì subito l’odore di tabacco e di selvatico di Sebastiano.

— Oh oh, — egli disse entrando, sempre con qualche cosa di malizioso nella voce e nello sguardo, — aspettando mi stavi?

Sedettero davanti alla porta ed egli si sporse chiamando la serva.

— Oh, venite qui: ho veduto cinque uomini lì fermi all’angolo del vicolo, incappucciati. Così Dio mi assista, forse sono grassatori. Zia Fidè, attenta stanotte.

— Rimani tu a difenderci, — disse la serva, non senza ironia, — il coltellino a serramanico ce l’hai.

— Zia Fidè! — egli insisteva minacciandola scherzoso. — Così Dio mi assista, stanotte tornate sul soppalco!

Marianna rise, ma quando egli aggiunse:

— Marianna non la toccano, tanto sanno che se anche le portano via la camicia non se ne cura affatto.

— Perchè? — ella disse, animandosi, — forse trascuro i fatti miei?