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avanti! — e tutta la casa era sottosopra come per il terremoto. Io vidi quei tre ricondurre la padrona in cucina: ella trascinava i piedi per terra come due stracci e aveva il viso bianco tutto storto per il terrore. Le davano pugni alle spalle, la minacciavano con la scure, perchè non aveva saputo indicare i nascondigli: poi la spogliarono: le trovarono addosso, cuciti al corsetto, due biglietti da mille lire l’uno e parvero placarsi. Lei balbettava: — abbiate cuore buono, pensate a vostra madre!... e loro ripetevano: — ancora un altro poco: ci dirai dov’è il danaro, se no ti metteremo a sedere nuda sul trepiede infocato.... E uno infatti mise a infocare il trepiede; ma altre fucilate risuonarono fuori e d’un tratto tutti fuggirono; anche la mia padrona, vedendosi sola, scappò: io rimasi lassù tutta la notte; mi nascosi tra fasci di canne che stavano nel soppalco e ancora a volte mi sembra di essere là, di sentire i passi dei malfattori, di morire soffocata. Dopo quella notte, per lo spavento, cessai di essere donna.
Questa conclusione divertiva molto Ma-