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le consigliava di non prendere aria alla notte.
— E non farla strapazzare, Berte Sirca!
Egli si mise un dito sulla bocca e spronò il cavallo; era di poche parole, anche lui, e con Marianna, del resto, non avevano molte cose da dirsi.
A misura che viaggiavano le additava solo questo e quel terreno, nominandone i proprietari; del resto lei conosceva i luoghi perchè tutti gli anni a primavera, tranne gli ultimi in cui il prete era stato malato, andava con lui ed i parenti a passare giornate intere nella tanca popolata di greggie e di armenti e dove una casa colonica aveva sostituito la primitiva capanna dei pastori sardi.
Fin dal primo giorno, lassù, si sentì meglio: il luogo era elevato, al confine tra il territorio di Nuoro e quello di Orune; la selva fioriva e una serenità infinita pareva si stendesse su tutta la terra.
Al terzo giorno Marianna sembrava già un’altra; la persona sottile un po’ curva s’era raddrizzata, il viso pallido alabastrino sotto le trecce larghe dei capelli neri