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92 | g. deledda |
ghia del pollice eretto sul pugno stretto, poi sollevò gli occhi e cercò lo sguardo di Cassio.
— Ella non scriverà: ella tornerà al suo paese, ed io le auguro ogni miglior felicità.
Dal profondo del cuore. Scusi, sa, ma chi poteva pensare? Ella ha ragione; la vita è un terribile romanzo....
Cassio insistè. “Lo lasciasse scrivere; era un favore ch’egli stesso gli chiedeva. Vedrebbe. La sua gratitudine era senza limiti, e prima dell’amore era in lui più forte il dovere. Paola sarebbe certo più fortunata col Direttore che con lui, ed egli doveva sopratutto voler il bene e la felicità di lei.„
L’altro lo ascoltò pazientemente; a momenti una vivida luce gli brillava negli occhi, ma fu irremovibile.
— Senta — conchiuse dopo aver ringraziato Cassio — se il suo dovere è di credersi riconoscente verso di me e generoso verso la signorina, il dovere di questa, oramai, è di renderla felice e ricompensarle ogni sacrifizio.
— Pure....
— Favorisca.... mi lasci finire. Se la signorina operasse altrimenti non sarebbe più la