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un piccolo uomo 89


— Prima di riparlarne, giacche è necessarissimo riparlarne, mi permetta dirle in poche parole come andò la strana facenda della mia condanna. Poichè — aggiunse con triste sorriso — oso credere che Ella non mi abbia creduto colpevole come per disgrazia sembro.

L’altro stette zitto.

— Senta. Da circa dieci anni amo una ragazza del mio paese. Era ricca, ma orfana d’ambi i genitori e sotto tutela. Fu messa in collegio e anch’io stetti lunghi anni assente dal paese. Al ritorno seppi che benchè avesse raggiunto l’età maggiore, ella, la povera fanciulla, tornata pur essa in paese, giaceva sotto l’opprimente tutela dello zio che la maltrattava e s’impossessava di tutto. La ridusse povera; la teneva chiusa e le minacciava orribili cose. Io giunsi tuttavia sino a lei e in cambio del suo amore le promisi ridonarle la sua fortuna e l’indipendenza. — Sposami — diss’ella — fuggirò con te. — Ma siccome sul mio progetto gravava un fosco avvenire, io preferii operare liberamente. La convinsi rifugiarsi presso una famiglia amica, e quando la vidi al sicuro operai. E sa cosa feci? Forse se lo im-