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un piccolo uomo 83


Cassio pareva più assorto nella contemplazione della firma del Re, per cominciare.

— Ora avrei da comunicarle un’altra cosa. Mi ascolti e non mi giudichi male. Attendevo da molto questo giorno, e la cosa mi pareva facile; ora m’accorgo invece che ho bisogno di gran coraggio, io, e lei di grande indulgenza per intenderci. — Un sorriso triste gli sfiorò le labbra, ridonandogli quell’aria sofferente che caratterizzava il suo volto. Cassio lo guardò un po’ stupito, ancor confuso della sua gioia, ma già abbastanza padrone di sè. L’altro capì che si lasciava sfuggire il momento ottimo e s’affrettò: e nonostante i suoi sforzi interni la voce tremava alquanto.

— Non so come esprimermi per farle comprendere intensamente ogni cosa; ma ella è abbastanza intelligente, ella capirà lo stesso. Senta. Mi sono adoprato a tutta possa per farle ottenere quel pezzo di carta lì, — indicava col dito il decreto, e Cassio, seguendo la direzione del dito chinò gli occhi sulla carta, — e anzitutto lo feci perchè sentivo che la meritava. (Sa egli la mia storia? chiese a sè Cassio, sentendo che i suoi meriti in carcere