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76 | g. deledda |
era cessata, col venir dell’inverno, la straziante molestia di certi animaletti rossi. Buone visioni rasserenavano l’infelice: la sonorità ondulata del vento gli delineava le care montagne lontane; la traccia del cinghiale tra le felci verdi; poi il fiume glauco, le pernici saltellanti fra gli oleandri in fiore: e fra ogni cosa tremolava il nitrito del suo puledro nero e sopra ogni cosa splendeva il sorriso di Paola.
Ma al grigio riapparir del giorno la dolcezza dei sogni notturni rendeva più amara la realtà: egli avrebbe finito con lo sfogarsi morbosamente contro i tre disgraziati compagni, se un giorno non l’avessero provvidenzialmente chiamato in Direzione.
Il signor Direttore si degnava chiedergli un favore: gli avevano regalato una pianticella aromatica, un ciuffetto di filamenti duri e secchi qua e là rinverditi da microscopiche foglioline d’un’acuta e caratteristica fragranza; proveniva dalla Sardegna, e quindi chiedevasi al detenuto se la conosceva e poteva indicarla perfettamente.
Cassio immerse le sue magre e bianche dita tra i filamenti castanei e aggrovigliati