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un piccolo uomo | 69 |
giorni più ardenti indossava un leggero soprabito nero), attraverso quegli uomini dalla fronte marchiata sotto il sanguinante vergognoso berretto, ma aspettava il ritratto. In fondo in fondo, sotto la sua collera nascosta, sotto il suo crudele malumore, gli brillava un punto di dolcezza, una scintilla come quella che brillava smarrita nella fredda trasparenza dei suoi occhi verdi, vaga e incerta, sì, ma scintilla. E questa scintilla, questo punto di luce occulto e indefinito raggiò altamente all’arrivo del ritratto. Un ritratto vivo, splendido, non parlante ma sorridente d’un affascinante sorriso.
Ella non era come la fantasia se la figurava: era bionda, non bruna, bianca e delicatamente bella: negli occhi oscuri, non molto grandi ma graziosamente obliqui, nella bocca lunga ed infantilmente arcuata e nel mento diviso da una profonda fossetta, ardeva e scintillava un sorriso ineffabile. Quel sorriso era la bontà e la dolcezza delle sue lettere, era l’indefinita fragranza che le sue parole esalavano, era il misterioso e suggestionante fascino che aveva preso e conquistato da lontano la piccola anima di quell’ometto taciturno che passava per cru-