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un piccolo uomo | 63 |
mai, nè da vicino nè da lontano, una voce di affetto, un raggio di luce.
Nella sua commozione Cassio intravide qualche cosa d’anormale nell’animo del Direttore e ne profittò, da astuto sardo ch’egli era, chiedendo arditamente il permesso d’aver tosto la lettera e poterla leggere in Direzione.
Meglio lì, sotto la mal celata indifferenza dei piccoli occhi verdi, che nell’orrendo ambiente dell’ufficio, tra la volgare curiosità dei tre rassegnati scrivani.
Da quel giorno egli parve più socievole, più rassegnato, e il signor Direttore gli mostrò qualche deferenza che, non sfuggendo agli altri detenuti, confermò la voce della presunta parentela. Tuttavia non ottenne il permesso di scrivere prima d’esser compiuto un mese dal giorno del suo arrivo nello stabilimento, ma il giorno in cui potè finalmente scrivere ottenne due fogli. E la sua lettera non fu meno affettuosa di quella della sorella, ma meno dolce, meno delicata: fra le righe nervose fremeva il dolore dell’impotenza.
“Sono qui da un mese, ma mi pare d’esservi da trent’anni. Comincio a rassegnarmi;