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un piccolo uomo 61


vero — Longino, infatti, non era un cognome sardo, — aveva per un momento fatto sfavillare la verde indifferenza dei piccoli occhi: ed ora essi s’animarono di nuovo leggendo la lettera.

Ma nulla di particolare essa conteneva: era una sorella, nata da un secondo matrimonio della madre di Cassio, che scriveva. Un affetto intensamente pietoso vibrava nei quattro fogli, una dolcezza senza nome, una suggestione soavissima di conforto e di rassegnazione.

“Fatti coraggio, Cassio, non disperare, non soffrire troppo: pensa che siamo soli nel mondo, soli ad amarci e a sperare l’uno nell’altro. Il tempo passerà, e quando Dio vorrà riunirci io saprò ricompensarti dell’immenso sacrifizio che tu facesti per me. Non umiliarti, non disperarti; i buoni sanno che la tua colpa è stata un eroismo....„

— Anche? — pensò il Direttore. — Tutti i condannati sono innocenti, sono vittime, ma che siano anche eroi?....

Eppure quella lettera, tanto diversa dalle volgari epistole che giungevano al Penitenziario,