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pietra, temuto in tutto il paese. Per qualche tempo le cose andarono bene.

In autunno Boele cacciò sei martore, e disse alla moglie:

— Vado a Nuoro per vender le pelli: col ricavo compro del legname e pianto bottega al ritorno. Vedrai che denaro faremo.

Infatti fece da savio, vendette bene le pelli e mise su una piccola bottega: in meno d’un mese fece tre carri, li vendette e diede il denaro a Sidra. Poi le disse:

— Vado di nuovo a Nuoro, e compro di nuovo legname.

Ella, tutta felice nel vederlo pigliar la buona via, gli consegnò il denaro e gli disse:

— Per non stare ogni giorno viaggiando, facciamo così, preghiamo il babbo che ci dia qualche altro centinajo di lire.

— Va bene, — gridò Boele con gli occhi scintillanti.

Salirono all’ovile, in un freddo giorno di novembre, e zio Sidru diede i denari.

Sidra non dimenticò mai più quella giornata: le pareva d’esser più felice che nel giorno luminoso del pranzo nuziale. Rimasero una notte