Pagina:Deledda - Le tentazioni.djvu/246

240 g. deledda


provvisamente, quasi il nome del Signore destasse mille echi sopiti nel profondo dell’anima, egli sentì la sua cattiva gioia cambiarsi in rimorso e la meraviglia in pietà. Tutti i suoi pensieri si confusero, il fiume, il cielo, la terra, ogni cosa gli parve ancor più velata e bruna, del come solitamente, attraverso i vetri neri degli occhiali, gli appariva. E fra questo improvviso turbamento di pensieri e di cose, vide chiari gli occhi celesti e sorridenti del suo innocente Minnai. Li vide in realtà o in visione? Non si sa; ma appena li vide sentì non solo accrescersi quell’arcano senso di rimorso e di pietà, ma ebbe una forte paura di aver lasciato correr troppo tempo senza muoversi. E tosta si tolse gli occhiali, le scarpe, il gabbano, tutte le vesti; e col solo mazzo di reliquie pendenti sul petto ignudo, si mise a correre sulle pietre levigate della riva, e si slanciò nell’acqua, sul preciso punto ov’era scomparso il suo nemico, tremando per la paura di non salvarlo a tempo.