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di mentastri, fra gli oleandri slanciati nell’aria pura, che offrivano alle serene altezze del cielo i loro mazzi di rose amare, laggiù era la pace, l’oblio, il sogno lungamente inseguito. Gli uccelli palustri, nascosti nella profondità delle umide macchie, ripetevano il gorgoglio dell’acqua, il susurro de’ giunchi scossi dal vento. Era la voce perlata d’una sirena che chiamava, che incantava; che assopiva ogni dolore, ogni ricordo, ogni rimorso, in un sogno profondo e chiaro come le acque del fiume.

Elia giunse fra gli oleandri, ma invece di spogliarsi, zio Felix lo vide fermarsi un momento e poi volgersi di fianco e costeggiare il fiume.

— Che egli non si bagni? — pensò contrariato. — Fra poco l’acqua sarà fredda.

Il sole era tramontato; lo splendore aranciato rosso del cielo si rifletteva sulla riva occidentale del fiume. Elia appariva e spariva fra gli oleandri; a un certo punto, dove l’acqua era più profonda, si fermò. Zio Felix era distante poco più di dieci metri, nascosto in una macchia di mentastri e sambuchi: attraverso, gli occhiali, che ardevano riflettendo l’oro roseo