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le tentazioni 237


della capanna. Dopo il primo fremito sentì una calma strana, un sangue freddo peggiore d’ogni ira. Pensò:

— Egli va verso il fiume, va a bagnarsi. Il miserabile vuol spassarsi ancora: te lo darò io lo spasso. Aspetterò che tu ti svesta, che tu sii ignudo come il giorno che nascesti. Ti immergerò il coltello fra le costole e ti getterò nel fiume.

E camminò cauto, andandogli dietro a discreta distanza; — con la mano in saccoccia palpava il coltello da tanto tempo affilato. Ogni lotta era cessata; egli non sentiva battersi il cuore, come non sentiva il mazzo di reliquie che gli pungevano il petto, come non ricordava che era vissuto più di cinquant’anni in preghiere per salvarsi l’anima. Il demonio lo trasportava.

Elias andava dritto verso il fiume, senza fermarsi nè volgersi. L’acqua lo chiamava, lo voleva, scintillante fra gli oleandri fioriti come una enorme e attorta collana di brillanti, come un grande occhio perlaceo pieno di fascini fatali. Laggiù, in quel bianco splendore, nella quiete delle rive petrose e marmoree, fiorite