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g. deledda | 18 |
sani e forti vent’anni; una figura addirittura bizantina, con certe forme sottili ma dure, con certi occhioni oscuri e ovali, i capelli attortigliati e il vestito di percalle giallo a stelle e a ruote. Era altera, superba e ambiziosa; cavalcava stupendamente anche su puledri quasi indomiti; diceva di non creder in Dio; e benchè donna Martina la dicesse una signorina educatissima, imprecava con la miglior grazia del mondo; e beffarda e sprezzante parlava male di tutti. Per lei tutti erano pezzenti, e se una persona era magra e pallida, come del resto lo era anche lei, voleva dire che non aveva di che mangiare!
Filippa era lo spauracchio di tutti i partiti del paese. Ella aspettava, ma che cosa aspettava? Lo sapevano tutti: ella aspettava un alto ideale, un laureato ricco e nobile, un presidente di Corte d’Appello, un professore d’università, o, in assoluta mancanza di questi egregi personaggi che non si lasciavano mai veder in paese, uno di quei proprietarî sardi che hanno dieci tancas di fila, col fiume in mezzo; che hanno le tasche piene di fogli bancarî, ma che per sè stessi, nella loro personalità, sono.... quel che sono....