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le tentazioni 233


sognava la guerra per avanzare o morire... Il suo carattere, però, s’era sviluppato alla scuola del dolore; e se non altro egli accennava a diventar un galantuomo.

Zio Basilio, il fratello di zio Felix, portava e leggeva queste lettere e ogni volta s’abbandonava a commenti crudeli.

— Lo vedi il castigo di Dio, fratello mio? Ora piange, la piccola bestia cornuta, ora si pente! Ben gli sta, ben gli sta! Che Dio lo castighi sempre più, il fuggitivo, il vigliacco, il disonore della stirpe! Che tutte le palle del Re gli trapassino il cuore!

— Ora avrebbe cominciato ad aver gli ordini, — diceva con amarezza zio Felix, — fra poco sarebbe stato sacerdote, e poi parroco e poi.... Gli avrebbero regalato anfore di vino turate con rose, e grano, e miele, e pollastre bianche con nastri di scarlatto. Lo sciocco, lo sciocco, che ha disprezzato la sua fortuna!

— Iddio ti paga, fratello mio, — urlava zio Basilio, raschiando ferocemente, — ma questo è nulla, in confronto alle altre paghe che ti darà il Signore. Accennava a don Elia, i cui affari, si diceva, andavano di male in peggio.