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a bisticciarsi o per un particolare della persona di Elia, o per il valore più o meno reale della tanca, dei puledri e delle vacche, o per la cifra dei suoi debiti.

Antine era messo da parte, dimenticato, — offuscato dalla presenza rumorosa del nobile padrone. Ma egli non ne provava gelosia, completamente affascinato da Elia. Dacchè questo animava con la sua presenza la selvaggia solitudine della tanca, Antine non s’era più annoiato o rattristato come nei primi giorni. Il vuoto era scomparso dal suo cuore: egli amava finalmente qualcuno che gli penetrava nell’anima non con la fredda benevolenza dei superiori, o con l’ignorante e semplice affetto dei suoi poveri parenti, ma con un ardore di fascino quasi morboso. Era Elia. Antine sentiva per lui affetto, amicizia, ammirazione, soggezione. Se avesse incontrato una donna non l’avrebbe amata con egual sentimento, nel quale s’esplicavano tutte le nascoste potenze affettive della sua adolescenza pura. Elia non coltivava punto quest’affetto, e neppur lo capiva. Egli non aveva nè la profondità nè l’intelligenza del figlio del pastore; era un sem-