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donna jusepa | 157 |
voce, scuotendo certe tovaglie esalanti un forte odor di canfora. — Si vede che non c’è padrona. Quando crescerà Lelledda, se Dio gliela manda buona, rimetterà essa l’ordine. Per ora è già molto se nessuno ruba, qui. E che ci sono io, che ho una coscienza; altrimenti farebbero festa ogni giorno.... Guardate, mamma, questo ritaglio di grana.
Era un pezzo di panno giallo finissimo, di quello usato nel paese per i corsetti delle donne. Era splendido, rasato, lucente: pareva un lembo di sole.
Le due donne l’ammirarono a lungo. Zia Antonia si sentiva le dita ardere dal desiderio d’afferrarsi il panno, e Jusepa aveva una pazza voglia di dirle:
— Pigliatevelo....
Ma era troppo presto. La giovine lo rimise con cautela, e zia Antonia l’avvertì di chiuderlo e custodirlo bene, perchè.... qualche unghia pietosa non lo toccasse.
— Bada che ti è caduto un nastro, ah, eccolo, — disse poi chinandosi. Raccolse un nastro violetto a fiori d’oro, un po’ sciupato, e stette a guardarlo, svolgendolo alla luce.