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donna jusepa 149


ridendo del suo riso sguajato; e fuggì via mentre zia Antonia gridava:

— Se torni qui ti rompo la testa col bastone, se torni qui ti accuso al sindaco.... ti strappo gli occhi....

Quando fu sola pianse dirottamente. Ah, ella capiva ciò che Maria Ghespe voleva dire con la parola malata; ah, questo era troppo, questo era troppo!

Da quel momento un solo pensiero la dominò: introdursi in casa di don Antine, parlar con Jusepa, insultarla, bestemmiarla, graffiarla, tirarle i capelli e strapparle gli occhi. Bisognava però attendere un’assenza del padrone, e amicarsi Maria Ghespe per poter entrare in quella maledetta casa.

Molte arti e molte bassezze la povera donna dovette usare; ma riuscì nel suo intento; e una sera agli ultimi di marzo, donna Jusepa se la vide apparir davanti come un fantasma. Provò un grande spavento, tanto più che il padrone era assente; le parve che il cuore le si capovolgesse dentro il petto, cessando un momento di battere, per poi pulsare violentemente. Ma fu un istante.