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e quando per estremo bisogno usciva, s’avvolgeva accuratamente il capo e le spalle e il petto con una gonnella d’albagiò nero, in modo che mostrava appena la punta del naso.

Ogni volta che zio Bakis rientrava di campagna, chiedeva con cupa voce:

— È venuta?

— No, — gemeva Antonia, e imprecava come dannata, maledicendo il giorno, l’ora, il minuto che Jusepa era venuta al mondo. E malediceva il latte che le aveva dato, le fascie che l’avevano avvolta, e questo e quello e quell’altro.

— Io gli ucciderò tutte le vacche, io metterò fuoco alle sue tanche, io gli darò una fucilata, — urlava zio Bakis.

E caricava il fucile, affilava il coltello, e usciva coi più feroci propositi del mondo.

Un giorno Maria Ghespe andò in casa Fronte con la scusa di chiedere un pezzetto di lievito.

— Per parte di tutti i demoni, — le disse zia Antonia con occhi lampeggianti, — fammi il piacere di levarmiti dai piedi, e vattene.

— Vostra figlia è malata; siete arrabbiata per questo, zia mia? — esclamò quella vipera,