Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
148 | g. deledda |
e quando per estremo bisogno usciva, s’avvolgeva accuratamente il capo e le spalle e il petto con una gonnella d’albagiò nero, in modo che mostrava appena la punta del naso.
Ogni volta che zio Bakis rientrava di campagna, chiedeva con cupa voce:
— È venuta?
— No, — gemeva Antonia, e imprecava come dannata, maledicendo il giorno, l’ora, il minuto che Jusepa era venuta al mondo. E malediceva il latte che le aveva dato, le fascie che l’avevano avvolta, e questo e quello e quell’altro.
— Io gli ucciderò tutte le vacche, io metterò fuoco alle sue tanche, io gli darò una fucilata, — urlava zio Bakis.
E caricava il fucile, affilava il coltello, e usciva coi più feroci propositi del mondo.
Un giorno Maria Ghespe andò in casa Fronte con la scusa di chiedere un pezzetto di lievito.
— Per parte di tutti i demoni, — le disse zia Antonia con occhi lampeggianti, — fammi il piacere di levarmiti dai piedi, e vattene.
— Vostra figlia è malata; siete arrabbiata per questo, zia mia? — esclamò quella vipera,