Pagina:Deledda - Le tentazioni.djvu/148

142 g. deledda


der Jusepa e di portarla via subito, ma non osò. Non ostante le sue rodomontate sentiva una istintiva paura, così, di notte, solo, in quella casa potente e misteriosa.

Egli era davvero come il dito mignolo di don Costantino: traversando l’andito poteva piovergli una mazzata sul cappuccio, e Antonia quella notte e poi sempre sarebbe andata sola a dormire.

Era dunque meglio aspettar la dimane: avrebbe fatto venir a casa la figliastra, e la avrebbe legata ai piedi dal letto.



Ma nè l’indomani nè mai Jusepa lasciò la casa del padrone. Don Costantino, vedovo, aveva cinquantanni ed era l’uomo più istruito del paese: parlava l’inglese e, si diceva, anche il russo; inoltre aveva viaggiato cinque anni interi in America, in un tempo nel quale le Autorità, non sappiamo per qual ragione, credevano opportuno pensar cose cattive sul conto suo.

Poi queste cose cattive s’eran dilucidate, e don Antine era tornato.